1.IL COLORE E L’HOME STAGING
Quante volte ci siamo ritrovati a scegliere qualcosa solo ed esclusivamente per il colore?
Infinite volte e lo rifaremo sempre perché il colore non è altro che un’intenzione, un mood che vuoi dare ed una sensazione che vuoi trasmettere.
L’home staging ricettivo si serve proprio di questa semplice dichiarazione di intenti per entrare a contatto con l’ospite, colpirlo e catturarlo facendo sì che gli alloggi con maggiore successo siano quelli più curate anche e soprattutto al livello cromatico.
Facciamo un esercizio: immagina di aver prenotato una vacanza e di essere ospite in un hotel, sei arrivato e hai appena varcato la soglia dell’ingresso.
Ora chiediti:
Che sensazioni hai provato appena entrato?
Come ti sei sentito, accolto o respinto?
Che sensazioni avresti voluto provare?
La primissima impressione, ancor prima di interagire col personale del locale, è quella più importante per generare simpatia o antipatia verso il luogo con cui sei appena entrato in contatto.
Sì certamente, l’accoglienza da parte dell’host conta tanto, ma conta ancor di più una buona impressione, a livello estetico, del luogo che ci ospita.
Il primo impatto è sicuramente determinato da ciò che vedono i nostri occhi e dai colori di cui siamo circondati, nello specifico, se ciò che ci troviamo davanti ci piace oppure no e se proviamo sensazioni di accoglienza, di invito ad entrare con piacere, oppure no.
2.COLORE E APPROCCIO PSICOLOGIA AMBIENTALE PER IL RICETTIVO
La struttura ricettiva deve farci sentire un po’ come a casa, in uno spazio accogliente che ci mette a nostro agio. Con l’unica e sottile differenza che la casa raccoglie il nostro gusto estetico e personalità. La struttura ricettiva deve invece riuscire a svincolarsi da questi aspetti, focalizzandosi sull’oggettività, e non sulla soggettività, dell’estetica degli spazi.
Il compito dell’host è quello di ricreare emozioni piacevoli e universali che abbraccino i gusti e le emozioni di tutti gli ospiti in target.
Ecco che entra in gioco il magico potere dei colori, per riuscire in questo incredibile intento.
3. I COLORI NEUTRI E SCELTE PER STRUTTURE RICETTIVE
Una struttura ricettiva come tutte le altre destinazioni immobiliari, ha le sue regole, nelle dimensioni, nelle forme e nei colori. Se poi a queste regole si aggiunge empatia per i propri ospiti vuol dire già che siamo sulla strada giusta conoscendo il target di riferimento e tutti i suoi bisogni.
Si fa presto a pensare di valorizzare una struttura ricettiva tramite l’utilizzo di colori neutri, messi lì a caso e senza uno studio appropriato alla base. Invece no, se vogliamo conquistare i nostri ospiti dobbiamo toccare le corde giuste con i colori neutri giusti, nelle loro mille cromie e sfumature.
Abbiamo già detto di prediligere i colori neutri, questo perché sono da sempre sinonimo di pulizia visiva e non, ma anche perché colori neutri come il bianco ad esempio contengono tutti i colori
dello spettro visivo al loro interno. È proprio questo che ci colpisce e ci affascina, sfumature e variazioni di toni saranno molto più efficaci alla vista se provocati da un colore neutro.
4. I TRE COLORI PER L’HS RICETTIVO (IO)
Le regole compositive per la progettazione di luoghi di comfort e svago ci indirizzano al giusto utilizzo sul campo dei colori neutri.
Partiamo con il dividere in due gruppi spazi e oggetti, proseguendo poi con abbinamenti di forme e colori.
Lo studio dello spazio, dell’arredo e dei complementi porta con sé un bagaglio molto pesante che è quello della progettazione e dello studio del target di riferimento. Il supporto progettuale di cui possiamo servirci è la cromoterapia, che ci rivelerà i colori neutri per tutti gli ambienti che vedono la presenza e / o il passaggio di molte persone. Non è un caso se notiamo che spesso le hall di alberghi o gli spazi comuni di strutture extralberghiere sono trattati con l’eleganza del grigio e scaldati in nuance dai toni del beige, per poi lasciare ai bianchi caldi il compito di esaltare la percezione del colore che scegliamo come contrasto.
5. IL LORO SIGNIFICATO E RIFERIMENTI CROMATICI (TU)

GRIGIO = Neutralità, serietà e pacatezza.
A primo impatto il grigio può apparire banale, noioso e scontato, ma negli ultimi anni ha saputo dimostrare, attraverso le sue doti nascoste, quanto può essere moderno ed elegante.
Riferimento cromatico:
RBG: 193,194, 189
HEX/HTML: c1c2bd

BEIGE = naturalezza, sicurezza e affidabilità
Questo colore richiama le tonalità calde del legno, della sabbia del mare e della terra; tutti elementi che ci fanno stare bene, perchè qualsiasi elemento che richiami alla natura ci dona serenità.
Riferimento cromatico:
RBG: 225, 213, 191
HEX/HTML: e1d5bf

BIANCO CALDO = purezza, eleganza e gentilezza
Un colore neutro che non deve mai mancare in un’interno; il bianco, nella sua sfumatura calda, dona calma e benessere per gli occhi.
Riferimento cromatico:
RBG: 243, 242, 237
HEX/HTML: f3f2ed
6. LA REGOLA DEL 60-30-10 IN BREVE
Cos’è la regola 60-30-10? Ne hai mai sentito parlare?
Si dice che uno spazio cromaticamente armonico lo si può ottenere grazie alla regola del 60-30-10.
I valori 60, 30 e 10 si riferiscono alle percentuali delle tonalità contenute in uno spazio. Il bilanciamento delle 3 proporzioni ci permette di raggiungere un buon equilibrio cromatico.
La regola dice che un interno è armonico quando:
• il 60% dello spazio è occupato dal colore principale;
• il 30% dello spazio è occupato dal colore secondario;
• il 10% dello spazio è occupato dal colore di accento, quello che dà il tocco originale.
Ti mostro un esempio di come applicare la regola 60-30-10 in una struttura ricettiva.

In questa hall di hotel le 3 percentuali sono suddivise in questo modo:
60% = beige (parti in legno)
30% = grigio (parete dietro al bancone e vene del marmo)
10% = bianco (marmo bianco del bancone)
7.ABBINAMENTI NEGLI AMBIENTI DELLA RICETTIVITÀ
Qualche immagine per ben comprendere l’armonia, l’equilibrio e gli effetti visivi prodotti da colori neutri e accento di colore.



8. QUELLO CHE L’HOST PUÒ REALMENTE FARE CON LE NOSTRE ANALISI E LE NOSTRE RIFLESSIONI
Lavorare per layer (livelli) è ciò che si consiglia di fare. Pensiamo alla stanza sulla quale lavorare come divisa in livelli da comporre e trattare con il colore.
Focalizziamo l’attenzione sui gruppi e sui sottogruppi di oggetti. Potremmo considerare ad esempio un grande gruppo il pavimento e il soffitto; un gruppo secondario i mobili e illuminazione e sottogruppi come complementi e tendaggi e tessili e decorazioni
Sarebbe opportuno utilizzare la regola dell’alternanza, gruppo principale dai toni scuri alterna gruppo secondario dai toni chiari e viceversa.
Così da creare equilibrio, l’unico vero nostro obiettivo. Nelle immagini che seguono potrai ben capire cosa significa lavorare per livelli di colore.
Definisci il colore del tuo spazio ricettivo in parallelo con la scelta dei materiali costruttivi.
Questo perché i materiali contengono già un colore, se ci pensi bene, per colore non si intendono solamente pareti intonacate e pitturate. Tutti i materiali giocano un ruolo fondamentale, così come il colore.
Quindi chiediti: quale vorrei che fosse il colore principale/materiale principale? Sì inizia da quello principale (60%), successivamente definisci il secondario (30%) e solo per ultimo quello di accento (10%).
Il gioco dei colori è infinito, ma attenzione a procedere sempre con equilibrio.
D’altronde, “Si fa presto a dire bianco, c’è quello raffinato e quello dozzinale, ogni sfumatura ha un suo carattere proprio” (Haruki Murakami)